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Angelo - Ospedale di Chiulo (Angola)
2008-05-03
Angelo è nato da 3 mesi e la mamma è morta nel darlo alla luce. Nessun parente è venuto a reclamarlo. Per ora rimane qui all’ospedale di Chiulo, sot...
Centro S. Jose’ Operario- Luanda (Angola)
2008-05-01
Visitiamo il Centro San Josè Operario dove vengono organizzati corsi di cucito per donne e dove stanno cercando di allestire un laboratorio informatic...
Orfane di Tomboco (Angola)
2008-04-29
Non ci sembrava il caso di spendere un gettone Elfoavventure per la scuola. Nuova, appena inaugurata dal governo che si impegna a pagare gli insegnan...
Angola

Frontiera di Noqui – 29 Apr 2008

Dopo il segretario che trascrive lentamente i nostri dati sul solito libro compiliamo 2 moduli identici. Dopo 45 minuti di minuzioso controllo il capo dogana decide ti timbrarci il passaporto.
Pochi minuti per il timbro del carnet in dogana e alle 11.30 siamo pronti per la nostra traversata dell’Angola in 4 giorni e mezzo, visto che mezza ci è stata “rubata” dall’ineguatezza e dall’inettitudine dei burocrati.

Primo giorno

La pista è in condizioni pessime. Lunghe buche di fango, a volte fino al ginocchio, qualche volta con acqua sul cofano.

Un imprevisto preoccupante.
Incontriamo un camion di noccioline rovesciato sulla pista. Non possiamo uscire dalla strada a causa dei campi minati, residuo della recente guerra. Ci riteniamo fortunati di riuscire, con un passaggio delicato in contropendenza a sgusciare di fianco.
Fra la molta gente che assiste, due ragazzi sporchi di grasso ci chiedono di trasportare alcuni pezzi del motore al primo villaggio.

Li carichiamo sul portapacchi assieme ad uno di loro e ad una grossa batteria da camion. Anche un poliziotto presente ci ringrazia. Scaricando il tutto dopo pochi km al villaggio ci chiediamo perché abbiano scelto di smontare quei pezzi. Pensiamo sia per evitare un probabile furto. Solo più tardi, chiacchierando con locali, ci renderemo conto che il furto lo stavamo compiendo noi.

Tomboco

Raggiungiamo Tomboco poco dopo il tramonto dopo 7 ore di guida e 220 km percorsi.
Unico rifugio possibile la missione cattolica.
GPS S06°48.370’ E013°19.720’
Qui hanno appena inaugurato una scuola per i ragazzi di questo luogo sperduto.
Nella missione vivono 4 orfanelle senza famiglia.
Decidiamo di lasciare un contributo di 50 dollari per le loro spese di istruzione. (vedi solidarietà elfo)

Secondo giorno - Verso Luanda

La pista migliora un poco e riusciamo a viaggiare a 30 km /h.
Bandiere dell’ MPLA il partito al potere sventolano ovunque già dalla frontiera.
A settembre ci saranno le elezioni ed in questa zona del partito di opposizione stanno facendo propaganda così.
Regalano anche magliette e cappellini a tutti.
Farebbero meglio a spendere i soldi per rifare le strade!
Ma forse preferiscono mantenere i territori delle opposizioni con collegamenti difficili.
Non si sa mai...


La foresta si dirada ed il paesaggio cambia.
Compaiono piante grasse alte come alberi.
Piano piano diventera' sempre piu' desertico.

Mine

Un lavoro delicato.
Cercano le mine segnalate da contadini.
Un incidente, un'esplosione, qualcuno mutilato o morto, segnala un nuovo campo di lavoro.
L'Italia in questi mesi ha sottoscritto un accordo di aiuti allo sminamento del territorio angolano.

Quanta acqua!

I fiumi sono ancora gonfi d’acqua. I temporali stagionali, furenti e impetuosi stanno cessando proprio in queste settimane. La recente inondazione pare abbia fatto alcuni morti in Namibia, spazzato via capanne e distrutto parecchi orti e campi coltivati.

Non si trova gasolio.
I distributori sono chiusi. Solo al mercato nero al triplo del prezzo si può fare il pieno. 100Kwanza al posto di 29. A noi però non serve perché abbiamo ancora una autonomia di 600 km nei serbatoi. Il primo rifornimento lo troviamo alla periferia di Luanda.

Luanda

Questo si che è un ingorgo!
Entrando in città iniziano i cantieri di costruzione stradale. Tutti cinesi. Centinaia di Camion e di operai.
Tutti provenienti dalla Cina.
Come mano d’opera spesso utilizzano dei carcerati che fanno arrivare senza passaporto e che costano molto poco. Per arrivare in centro e percorrere 6 km, impieghiamo quasi 3 ore.
Abbiamo poco tempo per la sosta notturna ma andiamo comunque a cercare un centro da sostenere con Elfo. Vedi dettagli in solidarietà.

Terzo giorno. Verso Benguela.

La strada è buona.
Percorriamo al brivido dei 100 km orari alcune centinaia di Km. Libellule e insetti vari ne fanno le spese.


Corriamo sulla costa lungo un mare che non possiamo godere per il tempo limitato del nostro stramaledetto visto di transito.

Benguela

Sembra una città della Tunisia.
Il paesaggio è completamente cambiato. Dalla foresta al deserto.

Siamo in anticipo sulla tabella di marcia e decidiamo di continuare per portarci avanti. La strada sappiamo ritornerà pessima e dovremo rallentare.
Iniziano a comparire splendidi baobab.

Al tramonto siamo sulla pista e chiediamo ad un capo villaggio il permesso di dormire fra le capanne.
La comunità è formata da tutta la sua famiglia.
GPS S13°27.162’ E 013°53.148’

Alba

All’alba si riparte. Oltre i soliti controlli quotidiani di olio motore e acqua radiatore, verifico il livello dell’olio differenziale anteriore e ne aggiungo 200 ml.
Trovo invece il riduttore praticamente senza olio e ne aggiungo 600 ml. Non ci sono gocce esterne. Mi domando dove sia finito. L’avevo riempito in Camerun 5.000 km fa.
Forse le guarnizioni fra cambio e riduttore si sono deteriorate.
Vedrò di tenerlo sotto controllo.

Lubango - 2 apr 2008

Il Cristo sulla collina guarda Lubango. Proprio come a Rio de Janeiro. I due Cristi si assomigliano e avvicinano i due popoli, quello angolano e quello degli schiavi brasiliani che dall’Angola sono stati per secoli deportati dai portoghesi al di là dell’oceano.
Ancora oggi in Angola si parla infatti portoghese.

E'una citta carina e verrebbe voglia di fermarsi per visitarla un poco.
MA NON ABBIAMO TEMPO.
Maledetto visto di transito!
Leggiamo la posta in un internet caffe con un bombolone e una birra N'Gola.
Comperiamo una chiave speciale per la K7 e via!

Si guida....

sulla trada si incontrano strane slitte e strani fiori...

Quando ci si ferma nei paesi la folla di venditori si affolla davanti al finestrino e pare che voglia entrare dentro.
Sono decine.
Compriamo peperoni freschi, pollo grigliato caldo patate fritte e noccioline.

Cahama

Ogni tanto incontriamo resti di vecchie case portoghesi. Sono ormai ruderi che cadono a pezzi. Fanno ancora intuire antichi momenti di benessere.
A Cahama è quasi tramonto. Chiediamo alla polizia e scopriamo che c’è una missione di Padri Messicani. Ci ospitano all’interno del loro cortile.
GPS S16°16.769’ E014°18.407’
Si sono da poco istallati ed hanno in programma l’apertura di una scuola e un orfanotrofio.
Sono molto gentili ma ci paiono ben supportati dalla chiesa messicana e con buone risorse.
Decidiamo di non lasciare gettoni Elfo

Cipria sulla strada

La strada di questo ultimo giorno si fa di nuovo terribile.
Polvere sottile come cipria alta una spanna.
Le buche sono talmente ampie da alloggiare l’intera auto e formano scalini di oltre mezzo metro.
La pista alternativa che sempre nasce a fianco alla ricerca di un’alternativa meno scomoda, ogni tanto si infossa in profonde pozze di fango colloso dalle quali non si esce facilmente.

Ospedale di Chullo

Facciamo una piccola deviazione perché ci hanno segnalato un ospedale gestito da volontari Italiani.
Incontriamo Alessandro (valdostano) che abita lì da 4 anni e Marina (toscana) che ha iniziato 6 anni fa la riorganizzazione della struttura che con la gestione angolana stava andando a rotoli.
Sono aiutati da altri 6 italiani tutti dell’ONG CUAMM
Visitiamo l’ospedale.
Ci raccontano che è appena terminata l’emergenza colera e stanno affrontando il nuovo problema della malaria celebrale che in questa stagione della fine delle piogge si sta inasprendo.
Decidiamo di aiutare Angelo un bimbo nato da poco.
Dettagli in solidarietà.

Frontiera! Fine della corsa.

Ore 15,20 siamo in frontiera.
Ce l’abbiamo fatta!
Controllo di polizia col Computer (!!!) il primo dopo l’entrata in Marocco.
Facile timbro dogana.
In 40 minuti siamo nella terra di nessuno.

Il punto sul visto

Sapevamo gia prima di partire che questo visto era il più difficile da ottenere.
Ecco i nostri tentativi nelle varie ambasciate angolane.

Ambasciata in GHANA.
Con una lettera di presentazione del gentilissimo Ambasciatore Italiano De Agostini ci hanno fatto aspettare in anticamera circa un’ora per poi dirci che l’ambasciatore se ne era appena andato e che comunque non concedevano visti ai non residenti nel paese.
Avremmo potuto comunque riprovare l’indomani. (ambasciata chiusa)

Ambasciata in NIGERIA.
Telefoniamo per sapere i giorni di apertura. Ci informano e ci dicono che concedono visti solo ai residenti. Sappiamo che lo scorso anno una coppia di overlender inglesi avevano ottenuto il visto turistico da loro. Insistiamo. Con una gentile telefonata del disponibile ambasciatore italiano Baistrocchi al responsabile visti e una nota di presentazione del nostro viaggio inviata anche all’ambasciata angolana a Roma e a Luanda (capitale) siamo speranzosi. Disponiamo anche di una lettera di invito del disponibile Console della Namibia in Italia che chiede il rilascio del visto.
Dopo un’attesa di un’ora in strada fuori dall’ambasciata e di 50 minuti in anticamera, ci ricevono due funzionari molto solenni. Ci informano che non ci possono rilasciare visti ma che hanno presentato i documenti in Capitale ed attendono risposta. Non sanno se e quando la risposta arriverà. Facciamo pesente che non possiamo restare ad Abuja a tempo indeterminato e ci dicono di partire tranquilli. Quando arriverà la risposta la invieranno via fax alle sedi dei paesi successivi nel nostro viaggio.

Ambasciata in GABON.
Scriviamo all’ambasciata italiana per avere qualche consiglio.
Non ci hanno mai risposto!
All’ ambasciata dell’Angola non c’e’ traccia del fax. Dicono comunque che non ci sarebbe problema se non avessero malauguratamente finite le etichette adesive sulle quali rilasciano in visto e non si sapeva in quale mese sarebbero arrivate.
La stessa scusa era stata usata 2 mesi prima con altri overlender inglesi. Vari mesi per farsi arrivare un poco di etichette adesive!
Certo che i collegamenti fra Gabon ed Angola devono essere proprio messi male!
Chissà come fanno a scrivere i visti ai residenti che pare vengano rilasciati giornalmente…

Ambasciata di SAO TOME'.
Ci riceve il gentile Primo Consigliere che parla bene italiano.
Spieghiamo la cosa e ci dice dispiaciuto che la loro legge è molto restrittiva e se non siamo residenti nell’Isola non ci può aiutare.

Ambasciata in CONGO.
Siamo a conoscenza di un visto rilasciato qui a Brazzaville a due overlender americani qualche mese fa.
Sappiamo anche che questa ambasciata è famosa per far perdere varie giornate ai richiedenti senza poi concedere nulla.
Primo giorno.
Ci rechiamo in ambasciata e l’usciere ci comunica che sono tutti fuori. I capi fuori e di conseguenza anche le segretarie. Sta arrivando il nuovo ambasciatore e sono tutti all’aeroporto per riceverlo. Nessuna traccia comunque del fax dalla Nigeria.
Secondo giorno.
L’usciere ci comunica che il responsabile dell’ufficio visti è fuori con una delegazione e la segretaria di conseguenza non c’è. In mattinata un maresciallo dei carabinieri dell’ambasciata italiana aveva tentato inutilmente di mettersi in contatto con loro per presentarci. Ci dicono che il numero è vecchio e ci danno quello nuovo che comunichiamo alla nostra ambasciata.
Verranno fatti da parte del maresciallo, col numero nuovo, vari tentativi e alla fine otteniamo il numero della segretaria dell’ufficio visti alla quale chiedere.
Convinti che sia una ulteriore perdita di tempo, non proviamo e traghettiamo per Kinshasa dove ci respingeranno.
Terzo tentativo.
Ci presentiamo molto determinati un’ora prima dell’apertura dell’ambasciata. Attraverso l’usciere, e un giardiniere, riusciamo a farci aprire. Dicono che ci aspettavano il giorno prima(!). Veramente disponibile e gentile, il responsabile uff. visti non ci rilascia il visto ma ci scrive e consegna in pochi minuti una lettera di presentazione per il consolato di Matadi (Congo dcr) perché ci rilasci almeno il visto di transito. (Lettera indispensabile per ritentare l’ingresso in Congo DCR.)

Ambasciata in CONGO DCR(ex Zaire)
Scriviamo all’ambasciata italiana per avere qualche consiglio.
Ci rispondono in una riga che rilasciano solo visti a residenti. Gia'lo sapevamo. Nessuna indicazione su come risolvere la cosa o disponibilita'ad affrontare il problema.
Richiediamo ancora: segue il silenzio.
A Kinshasa non ci proviamo neppure.
Ci rechiamo al confine di Matadi. Abbiamo ancora qualche speranza di ottenere qualche giorno in più. Portiamo tutti i documenti che ci possono aiutare:
Lettera dell’ambasciatore Italiano in Nigeria.
Lettera di invito del Console Namibiano in Italia.
Lettera di presentazione del primo consigliere angolano in Congo.
Lettera autografa in portoghese (fatta scrivere da una amica a Sao Tomè) in cui si spiega il nostro viaggio, passato, presente e futuro.
Nessun documento è stato considerato.
Dopo 7 ore di sala di attesa senza mangiare ne bere.
Dopo un’intervista da parte dei funzionari in cui chiedono tutto e di più. (nome e indirizzo dei fratelli del padre e madre e se sono in vita, credo politico e religioso,…)
Usciamo col visto di transito di 5 giorni valido dal giorno dopo. ( non dal giorno di ingresso con 72 ore di tempo per entrare come di prassi)
Fine del calvario.

Impressioni sul paese.

Non possiamo che essere fortemente risentiti nei confronti dei poco lungimiranti, ottusi e impettiti burocrati angolani.
La loro miopia intellettuale e la loro assurda rigidezza ci hanno costretto ad una corsa pericolosa e logorante sulle strade devastate del loro meraviglioso paese.
Ogni giorno, più volte, abbiamo incontrato cittadine che avremmo voluto visitare.
Gente amichevole e gentile che avremmo desiderato conoscere meglio.
Realtà assistenziali che meritavano una visita o una più accurata conoscenza.
Non ci hanno messo in condizione di andare a trovare i due centri di solidarietà sociale che conoscevamo e che ci eravamo riproposti di aiutare. Ci hanno impedito di spendere soldi nei mercati, nei musei, nei negozi e ristoranti. Aumentando il benessere dei loro concittadini e portare valuta pregiata al loro paese.
Senza parlare delle spiagge splendide, percorsi e piste fuoristrada che si snodano fra meravigliosi paesaggi che non abbiamo potuto godere.
La rabbia è aumentata dalla sorpresa dei funzionari dell’immigrazione interna ai controlli sulla strada che non potevano credere che ci avessero concesso solo 5 giorni.
Provenendo da Sud ottenere il visto turistico è facile e per i namibiani neppure occorre.
Beffa assurda: il Ministero del Turismo angolano fa pubblicità invitando tutti a visitare il paese!!!
Fra i ministeri farebbero bene a parlarsi un poco e a mettersi d’accordo!

Cartelli, birre e curiosita'