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The Diary
The Solidarity
Alloggio per i malati poveri - Kigali (Rwanda)
2008-10-22
Dopo 30 anni di lavoro all’ospedale della città e 50 di missione, suor Marie-Michel ne può raccontare tante da scrivere 10 libri. L’ultima idea è que...
Campo profughi (Rwanda)
2008-10-20
Questi ragazzi sono i figli di una follia. Dell’odio etnico e degli sporchi e vergognosi interessi francesi in Rwanda. (siamo solo nel 1994!) Sono nat...
Rwanda

Rusumo Falls - 20 ott 2008

Fa effetto.
E’ una strana emozione mista ad angoscia entrare in questa terra.
Si fa fatica ad associare la calma del paesaggio. I sorrisi della polizia, la gentilezza dei doganieri e la loro sollecitudine a sbrigare le pratiche. L’atmosfera serena che si respira, con l’orrore accaduto a metà degli anni 90, quando le strade erano ricoperte di centinaia di cadaveri ed il sangue scorreva ovunque.
Una parte del popolo contro l’altra parte a colpi di machete e torture.
Sul confine una prorompente cascata che le piogge di questi giorni ha reso gonfia di acqua rossa, sembra voler commentare la straordinaria bellezza di questa terra, inscindibile dalla sua potenziale ferocia.



Profughi di Goma

Raggiungiamo la periferia della capitale in piena notte e dopo 170 Km e diverse ore di guida sotto la pioggia torrenziale. Perso 2 anni di vita! Incontriamo Stanislas Filipek, un missionario polacco che opera qui da diversi decenni. Chiacchieriamo con lui e ci informa che il giorno dopo si recherà in un campo profughi del Rwanda situato subito oltre confine.
Decidiamo di aiutarli con un gettone Elfo. (dettagli in solidarietà)

Kigali – 21 ott 2008

Otteniamo molto facilmente ed in giornata il visto dell’Uganda (costo 60 dollari a testa).
In questa città non c'è molto da visitare, se non un memoriale...

Prima le donne e poi i bambini!

Non ci si crede.
Non si riesce a credere.
Neppure ad immaginare.
Si guarda questa gente pacifica e li si immagina solo 14 anni fa, nel 1994, su queste stesse strade torturare a morte, squartare, fare a pezzi violentare, donne, bimbi, uomini. Bimbi e donne avevano la precedenza nella morte in quanto era di far sparire questa razza. Hutu a caccia di Tutsi e di Hutu moderati.
La carta di identità era la condanna a morte.
Per quattro feroci mesi hanno tramutato questo paese in un insanguinato mattatoio.
Dimenticati dal mondo, ignorati dagli ex-coloni belgi. Sotto gli occhi delle truppe francesi spesso complici del massacro.
Le truppe dell’ONU presenti da anni nel territorio, fatte ritirare nonostante la denuncia del comandante del contingente.
Una folle corsa al genocidio che vedeva il vicino, l’amico, il cognato impegnati in una caccia all’uomo senza precedenti. I pochi fortunati uccisi da colpi di pistola, con la testa mozzata, ma per la maggioranza una terribile morte a colpi di "panga" come si chiama qui il machete.
Chi poteva, pagava per essere ucciso in fretta.
Spesso dopo aver pagato, veniva ucciso più lentamente degli altri.
Raccogliamo testimonianze agghiaccianti, ve le racconteremo nel libro.
Per non dimenticare in capitale è sorto un memoriali molto ben fatto che racconta gli orrori di questo genocidio.

Hotel Rwanda

Durante questa allucinante vicenda diversi uomini hanno tentato di salvare persone. Un esempio famoso è quello di Paul Rusesabagina, allora direttore dell’Hotel des Mille Collines di proprietà belga, nella foto.
Dalla sua storia è stato tratto un film che dovete assolutamente vedere.
Si intitola: Hotel Rwanda.

Camere per i poveri

Alcune suore belghe sono state testimoni degli ultimi 50 anni della vita in questo stato.
Hanno realizzato una scuola con 700 alunni di cui 425 abitano nel loro internato, alloggi per 55 ragazze lavoratrici. Gestiscono una mensa per i poveri che ogni giorno sfama 80 persone. Altri progetti in mente.
Decidiamo di aiutarle con un gettone Elfo. (dettagli in solidarietà)

Gisenyi – Goma 23 ott 2008

Un tempo questa era una sola città. Ora Gisenyi è la frontiera rwandese verso l’inferno del Congo DCR.
Sul lago Kivu, con clima temperato è luogo di villeggiatura pieno di belle ville ed alberghi. In questa parte dell’Africa, però, instabile e pericolosamente “calda” gli unici turisti sono gli africani ricchi. Campeggiamo nel giardino del "Lake View Hotel” per 5 dollari.

Nicole Merlo

Abbiamo la grande fortuna di conoscere la scrittrice congolese Nicole Merlo.
Nata in Congo DCR da genitori belgi e sposata con un italiano trasferitosi in Africa, ha tante storie da raccontare da riempire le pagine di 10 libri.
Alcune affascinanti sulla sua vita africana, altre terribili sul genocidio in Rwanda.
Ha salvato decine di persone rischiando più volte la vita.
Racconteremo alcune sue storie, con più spazio e maniera, sul libro.
Appassionata ed esperta di orchidee, ci fa visitare la sua collezione che conta più di 4500 piante.

Poupeet'ique - Atelier des Femmes

Questi pupazzi sono bellissimi!
Ne acquistiamo qualcuno per le bancarelle Elfo. Sono fabbricati a mano nel laboratorio di Gisentyi dalle donne malate di HIV o vedove del genocidio.

Ci dirigiamo verso il confine con l'Uganda.
Il tempo è pessimo. Piove fortissimo 1 o 2 volte al giorno.
In questa regione dei vulcani è sempre umido, ed ora siamo pure nel periodo delle piogge.
Ovunque nel paese si vedono gruppi di persone che lavorano sulle strade o nei campi.
Sono carcerati, prigionieri spesso colpevoli dei crimini commessi durante il genocidio.
E' il modo del Rwanda per riabilitarli dopo il loro pentimento.

Un pò ovunque lungo le strade ci sono monumenti come questo che commemorano i luoghi delle più efferate stragi del 1994.
Qui si vede una mano che ferma un'altra armata di machete. Ma il machete che veniva stretto dal primo pugno è stato spaccato via dagli abitanti del luogo che non sopportavano questo angosciante ricordo.

Impressioni sul paese

Verdissima e popolatissima.
Se si viene in Rwanda senza conoscere la sua storia, appare un paese estremamente tranquillo.
La gente è gentile come pure tutte le forze dell'ordine.
Ci sono da visitare i gorilla di montagna (se avete da spendere 500 dollari a testa) e la bella regione dei vulcani ad ovest del paese.
Conoscendo quello che è successo ci si chiede come sia stato possibile tutto ciò che è successo.
Parlando con diverse persone locali ci si accorge che la situazione è apparentemente risolta ma le tensioni sociali e gli odi fra i due gruppi sono tutt'altro che sedati.
La maggior parte degli assassini sono liberi e oltreconfine aspettano il momento giusto per rientrare e ricominciare "il lavoro" di sterminio.
Tutto può accadere...
Usciamo volentieri da questo Paese bello, che ci ha riempito i cuori di sgomento.