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The Diary
The Solidarity
Macchine da cucire - Beira (Mozambico)
2008-10-14
Ecco le macchine da cucire consegnate a Ancha e Maria durante la festa di fine corso taglio e cucito organizzato dalle suore orsoline. Dominique ce l...
Pre-adozione Belmiro - Beira (Mozambico)
2008-09-10
Si chiama Belmiro. E’ nato il 31 agosto 1993, ha 15 anni e va bene a scuola. E’ il primogenito di sei fratelli. Ha due sorelline e alla quarta gravi...
Macchine da cucire - Beira (Mozambico)
2008-09-08
Dona Maria ha 30 anni, 5 figli dai 4 mesi ai 10 anni ed il marito disoccupato. La famiglia anche se poverissima è miracolosamente sana ed unita. (caso...
Mozambico

Ebbene si siamo in Mozambico - 27 Ago 2008

La frontiera è facile. Poche rapide formalità con funzionari professionali.
Timbro su passaporto col visto fatto e pagamento di 3 dollari americani per le tasse stradali.
Possibile pagare in Rand, dollari US, Meticais.
Il carnet non lo conoscono ma si fanno guidare nel compilarlo, evitando così di compilare il loro formulario e pagare le tasse del caso.
In frontiera c’é un ufficio di assicurazione RC e decidiamo (dopo 5 mesi che giriamo senza) di farne una della durata di un mese.
Non sapendo come sono i controlli di polizia pensiamo sia meglio pagare ora i 12 euro e filare via lisci.
Nonostante la lingua portoghese, si guida ancora a sinistra.
Strada buona, tempo anche.

Maputo la Capitale - 27 ago 2008

Non troppo caotica, con vecchi palazzi portoghesi in parte diroccati, in parte restaurati appena. Con enormi condomini mai manutenuti, alberghi e locali sempre in fase di rifacimento. Ricompaiono i venditori di strada, con frutta, verdura, ricariche ed oggetti per telefonini. Qualche oggetto per turisti soprattutto nella vicinanza di luoghi visitabili. L’imponente nuova e poco significativa cattedrale, a fianco del palazzo del palazzo municipale. Le mura della vecchia fortezza portoghese. La bella stazione dei treni che pare sia stata progettata da un collaboratore di Eiffel.

Ovunque una atmosfera “latina” che ricorda vagamente Avana di una decina di anni fa, forse per i vecchi palazzi coloniali in rovina.
Suggestivi i vecchi caffè dell’epoca portoghese ormai spogli dei preziosi mobili che li arredavano ma ancora con una vaga l’atmosfera europea di altri tempi.
Il mercato vivace e frizzante. Pieno di vita come tutta la città.

Molti gli uffici di cambio, per lo più gestiti da indiani. Comprano euro al cambio attuale di 35,50 meticais. Quello bancario è di poco superiore: 35.55. All’esterno guardie armate di fucili. Gli indiani sono proprietari della maggior parte degli esercizi commerciali. Sempre di gran moda le pizzerie e ristoranti che propongono cibo italiano quasi mai gestiti da italiani.
Campeggiamo nell’unico posto possibile, il Fatima backpacker. Abbastanza comodo al centro, con una bella atmosfera nel cortile interno, non è ben strutturato nei servizi igienici e cucina e ha prezzi e cambio decisamente da strozzini.

Grandi viaggiatori, grandi incontri: Cri e Cla.

Incredibile come sia piccolo e tondo il mondo!
Con grande sorpresa ed immenso piacere incontriamo casualmente Cristina, una cara amica di Modena. Grande viaggiatrice e assidua ballerina di salsa. E’ in compagnia di Claudia, anch’essa ballerina e “abitante del mondo”. Le due amiche stanno terminando una vacanza “zaino in spalla” in Mozambico di tre settimane e l’indomani prenderanno il volo per Bologna. Si offrono con grande cortesia di portarci a casa un poco di oggetti ELFO acquistati per le bancarelle di solidarietà. Festeggiamo con un piatto di pasta alle melanzane, una bella bottiglia di rosso e tante squisite chiacchiere.

Xai Xai - 30 ago 2008

Ricompaiono le zanzare. Anche se non è stagione, siamo di nuovo in zona malarica e ci rimarremo fino in Etiopia. Il viaggio verso nord si svolge su strade in buone condizioni. Tutto ciò che c’é di visitabile sono enormi spiagge semi deserte. La prima dove facciamo sosta perché fornita di un campeggio per la notte è quella di Xai Xai.
Lì, a passare un week end, incontriamo la simpatica Veronica della Valle d’Aosta! Originaria di Pont S.Martin lavora da vari anni per organizzazioni umanitarie. Ora è impegnata in programmi alimentari per l’ONU a Maputo.
La nuova compagnia incontrata ci fa indugiare sulla partenza e finalmente facciamo un bel bagno nella (quasi) tiepida acqua dell’oceano indiano!

Braai – L’ultimo?

Facciamo una foto per celebrare questo che potrebbe essere l’ultimo “braai” come si dice in Sud Africa e Namibia. Cioè l’ultima grigliata.
Nella parte superiore dell’Africa probabilmente non ci sarà possibilità di accendere fuochi non avendo strutture adeguate e soprattutto carne adatta.

Inhambane – 1 set 2008

La piccola e tranquilla cittadina sul mare si visita in poche ore. Atmosfera estremamente gradevole. Già utilizzata dagli arabi come scalo di commercio per i tessuti orientali, prima dell’arrivo dei portoghesi, ha mantenuto in epoca coloniale una grande importanza per la vendita e la tessitura del cotone. Importante porto per il commercio dell’avorio si è tristemente riconvertita, col cambio dei traffici commerciali, in grosso centro per lo smistamento degli schiavi. Con la fine della tratta, la città ha incominciato il suo declino economico, non ancora arrestato.
Qui a metà del 1500 ci fu la prima missione gesuita della regione, iniziando una fusione di culture indiana, cristiana e mussulmana che ancora la contraddistingue.

La baia è ben protetta ma la differenza fra le maree è forte e spesso anche le imbarcazioni locali rimangono insabbiate. In questi giorni sono impegnati in un triste ed inspiegabile abbattimento dei secolari alberi che spuntano dal marciapiede appena rifatto, unico punto d’ombra e refrigerio dell’assolato lungomare.

K7 - Lavoretti

Stappata via la rete di protezione laterale del fianco motore e marcito il cavo di sostegno del piano di lavoro laterale in alluminio. 10 mesi si fanno sentire...

Ecco riparati i danni in modo un poco “africano”. Rete per pulcini e cavo in acciaio di freno da moto con guaina di filo elettrico e fascette. Perfetto!

Tofo e Barra - 2 sett 2008

Raggiungiamo alcune delle spiagge più belle del Mozambico. Tofo, con la sua immensa spiaggia di sabbia e le maree lunghe centinaia di metri. Peccato per il forte vento che a settembre in genere soffia su questi paradisi e ci rovina la festa.

Barra è ugualmente bella ma è accessibile solo con mezzi 4x4 ed è piena di strutture ricettive di alto livello. Solo due i campeggi abbastanza cari e non in riva al mare. Molti investitori soprattutto sud africani stanno costruendo a tutto spiano. Per fortuna le strutture spesso in paglia e legno, sono in armonia con l’architettura locale. Anche i lavori in corso sulla strada indicano grossi cambiamenti. I bimbi intanto giocano alla cavallina con i mucchi di sabbia.

Morrongulo -3 sett 2008

Il Mozambico è soprattutto “spiagge”.
Continuando verso nord andiamo alla poco frequentata spiaggia di Morrongulo.
Campeggiamo al Silvia Shoal Camping, sulla grande spiaggia. Semplice, pulito ed economico.
GPS S23°13.221’ E35°29.233’.
Siamo di nuovo nella fascia tropicale.
Sperduto nella foresta, lungo la pista incontriamo un simpatico panettiere “multilingue”.
A chi venderà il suo pane?

Ci fermiamo da alcuni artigiani sulla strada.
Vendono anche un gioco con i semi, una specie di dama africana.
Vogliamo confrontare queste due versioni del gioco africano per eccellenza. Quella a due file della fascia a nord dell’equatore (Awalè) e quella a quattro file di questi paesi(Tswua).
Ci scappa una partita…

Missione S. Ana

Sperduta nel “mato” cioè nel bosco c’e’ una missione dove una volta alla settimana, viene distribuita la Papinha, una farina iperproteica.
Poveri della zona, mamme con bimbi denutriti e mamme sieropositive, fanno la fila per ricevere la “razione” settimanale.
Devono dimostrare che il bimbo viene nutrito e si devono recare con la carta gialla sanitaria all’ospedale per un controllo di peso del bimbo. Questa misura è stata introdotta perché qualcuno si mangiava la farina o peggio se la vendeva ed il bimbo non cresceva.
Ad occuparsi di loro Don Carlo e l’anziana suora Michela.
Lasciamo un aiuto Elfo. (dettagli in solidarietà)

Consegna medicinali raccolti in Namibia

Nella stessa missione lasciamo i medicinali che i podisti della corsa 100km del Namib Desert ci hanno portato a luglio.
Verranno distribuiti gratuitamente agli ammalati della zona quando una volta al mese la missione acquista e dispensa medicinali per curare chi ne ha bisogno.(Dettagli in solidarietà)

Tropico del Capricorno.

Attraversiamo con direzione Nord il tropico del Capricorno. Entriamo cioè nella fascia dei tropici a cavallo dell’equatore.
La zona della terra dove almeno una volta all’anno, in un mezzogiorno, il sole è esattamente a picco allo zenit, sulle nostre teste.
L’ombra di un palo piantato a 90 gradi in terra non c’é.
E’già 4 volte che lo attraversiamo. Ne siamo usciti in Namibia andando verso sud e rientrati dopo un mese.
Riusciti in Botswana scendendo verso il Sud Africa ed ora rientrati in Mozambico. L’ultima volta. Quando usciremo dalla fascia tropicale sarà al nord dell’equatore, attraverso il tropico del Cancro, verso i paesi arabi.
Oggi dobbiamo percorrere quasi 60 km di pista di sabbia fra acquitrini e sabbie mobili per raggiungere Pomene.
Strada unica, da fare in andata e al ritorno.

Old Hotel

Isolato dal mondo, a 60 km dalla strada, su un promontorio stupendo, con una enorme spiaggia bianca a sinistra e una scogliera rocciosa a destra. E’ il grande complesso abbandonato del vecchio hotel. Fino al 1975 era frequentatissimo e la baia era piena di barche. Forniva lavoro a quasi 100 dipendenti e decine di famiglie traevano profitto dal commercio e dai rifornimenti delle cucine. Da quando i proprietari portoghesi, scacciati dal regime, lo hanno abbandonato, cade in rovina ed è stato depredato di tutto. Tutti hanno perso il lavoro.
Ora il governo ne rivende la concessione di utilizzo ad un prezzo di quasi 5 miliardi di dollari, così come è, tutto da ricostruire. La proprietà rimane statale. Ma la posizione è unica, uno dei posti più belli del Mozambico. Se siete interessati…



Sulla strada diamo un passaggio a Safida e al suo amico Lorenzo che tentano di vendere l’insalata al Lodge dove siamo diretti.

Pomene - 5 sett 2008

Una bianchissima lingua di sabbia immacolata, fra il mare e l’estuario di un fiume. Le maree ogni giorno scoprono e ricoprono i fondali per centinaia di metri.
La spiaggia si fa da grande ad immensa.
Un poso unico.

Inhassoro- 8 set 2008

Da questo piccolo luogo di mare si parte per visitare la splendida isola di S. Carolina.
Il tempo molto ventoso non ci aiuta e decidiamo allora di dilatare la visita ad una scuola professionale “Stella del Mare” costruita da italiani e gestita da padre Pio, Caterina e Vincenzo.
Nella scuola si tengono corsi di falegnameria, carpenteria meccanica, cucito, informatica. Per chi viene da lontano ci sono alloggi femminili e maschili.
Nel complesso si occupano di alcune decine di bimbi orfani e hanno aperto una scuola materna per gli abitanti del paese.

Da vari anni sono nel territorio e attorno al paese, in 16 sperduti villaggi nel “mato” hanno organizzato altrettanti asili.
Formano dei maestri con giovani del villaggio i quali fanno lezione ai bimbi e assumono una signora che faccia da cuoca.

Questo è il momento della scuola…

questo è il momento della pappa…

Destiniamo un gettone per sostenere questo progetto.(dettagli in solidarietà)

Beira - 10 Set 2008

Raggiungiamo la seconda città del Mozambico. Questa città bagnata da un plumbeo mare, un tempo era molto bella ma oggi è in completo degrado.
Tutti i palazzi costruiti dai portoghesi e abbandonati nel 1975, sono stati occupati e mai hanno avuto manutenzione.
In questi tempi qualche casa è stata ristrutturata e alcune ville nuove sono in costruzione.

Marina - 11 set 2008

Ma la vera ragione per venire in questa città era quella di incontrare di nuovo la nostra amica Marina.
Medico chirurgo con oltre 7 anni di esperienza in Africa, l’avevamo conosciuta in Angola dove era in missione da 6 anni organizzando e dirigendo l’ospedale di Chiulo.
Ci aveva raccontato che sarebbe stata trasferita all’ospedale di Beira in agosto e noi siamo venuti alla cieca per vedere se era già qui.
Dopo qualche intervista nel grande ospedale e qualche giro a vuoto la sorte ci ha aiutato e siamo riusciti ad incontrarla.
Una vera sorpresa!
Bello incontrarci così casualmente attraverso l’Africa.
E’ stata subito festa!


Marina è qui per un progetto legato alla formazione dei giovani medici del Mozambico. Nel paese il numero dei medici è veramente esiguo e non esiste specializzazione. Questo favorisce anche la grande diffusione dei “curandeiros”, molto più accessibili alla maggioranza della popolazione. Si parla di 750 medici in tutto il Mozambico e i “guaritori” sono decine di migliaia.
Nel grande ospedale di Beira lei e alcuni altri colleghi italiani del CUAMM ( Medici con l'Africa), seguono il personale locale nello studio e nella pratica della loro professione. Insieme a lei abbiamo passato qualche giorno, visitato la struttura e appreso delle sue grandi difficoltà : mancanza di farmaci, macchinari non funzionanti e personale scarsamente specializzato. Un vero lavoro in trincea….

Ma Guarda Tè!
La ben nota bevanda è sicuramente piacevole se bevuta ben fresca in questo assolato paese.
MA
Dopo un passato (mica tanto passato) marxista leninista, con una rivoluzione alle spalle. Col partito che ha ottenuto l’indipendenza dai portoghesi ancora al potere.
Possibile che non avessero di meglio per fare un monumento nella piazza principale?

Bairro Nhamudima - 10 Sett 2008

Dominique di Como è una persona con una energia positiva straordinaria! Con altre suore orsoline si occupa dei poveri e soprattutto delle donne. L’AIDS è il problema principale, seguito dalla tubercolosi. Con lei siamo andati a visitare il bairro Nhamudima, uno dei più grandi di Beira.
E’ veramente difficile descrivere ciò che si vede e si sente.
Una serie di fotografie descriverebbero in parte la situazione ma per rispetto della dignità della gente che abbiamo visitato non ci è sembrato opportuno usare la macchina.
Mostriamo solo il “viale principale” di accesso.
Una delle famiglie visitate decidiamo di aiutarla con una pre-adozione Elfo (dettagli in solidarietà).

Laboratorio cucito

Una delle tante iniziative che hanno attivato è quella di istituire un laboratorio di taglio e cucito che insegni alle donne in difficoltà un lavoro.
Alcune di esse sono sieropositive e senza marito. Tutte hanno figli.
A due di loro in situazioni particolari, con un gettone Elfo regaliamo una macchina da cucire (dettagli in solidarietà).

Grand Hotel

Questo era l’hotel più bello della città.
Una struttura enorme in riva al mare con piscina e centinaia di camere. Dopo l’espulsione nel 1975 dei portoghesi ha cominciato la decadenza. Nessuno se ne è preso cura. Senza manutenzione, sottoposto a saccheggio, oggi ospita migliaia di famiglie. (oltre 20.000 persone!!!)
All’interno per noi è impossibile accedere. Troppo pericoloso. Scarichi otturati da decenni, cumuli di immondizia e di calcinacci, perdite e infiltrazioni di acqua. Famiglie di 10 persone in una stanza. Una atmosfera da “Fuga da New York” di Carpenter”.

Virus terribile e amici.

Durante un viaggio così lungo, si scoprono amici nuovi e si valorizzano amici “di casa”.
Alcuni scompaiono nel silenzio, rimandando una verifica emozionale al ritorno.
Altri si scoprono meravigliosamente premurosi.
Alberto di Parma ad esempio, un già caro amico di barca a vela, si è dimostrato così disponibile e coinvolto nel nostro viaggio da dedicarci (da Parma) due giornate di duro lavoro on-line per riuscire a togliere dal nostro computer un difficilissimo virus passato dalla chiavetta in un internet caffè.
Stavamo rischiando di sospendere il sito.
A lui un enorme grazie.
E Marina che ci ha accolto nella sua casa come vecchi amici e dalla quale ci siamo congedati con l’affetto di vecchi amici va un grosso abbraccio.
Ad entrambe dedichiamo questo straordinario intenso sguardo africano.

Fiume Zambesi - 14 sett 2008

Due giorni di guida verso nord. Pista e strada.
Attraversiamo lo Zambesi che abbiamo lasciato alle cascate Vittoria in Zimbabwe. Questo fiume fu risalito nel 1863 dal celebre esploratore David Livingstone che a pochi km da qui visse il 29 aprile un momento drammatico della sua vita quando la moglie Mary morì di dissenteria e fu sepolta a 40 km da questo guado, verso il mare. Per passare si utilizza una chiatta e i militari gestiscono le operazioni.
E’ previsto un ponte che lentamente prende corpo ad opera di svedesi ed italiani.
Dopo un’ora di attesa riusciamo a passare.

Su questo asse stradale principale tutti i ponti sono stati fatti saltare durante la guerra ed ora c’è la lenta opera di ricostruzione. Ma intanto la strada serpeggia con scomode deviazioni fra aridi campi e baobab.

Sulla pista, nei paesi più sperduti una piccola sosta diventa occasione per i locali di vendere qualche prodotto e fare qualche soldino.

Ilha de Mozambico - 15 sett 2008

Che posto ragazzi!
E’ una vera isola molto vicina alla costa. Il mare è meraviglioso.
Un ponte costruito dai portoghesi nel 1964 la collega alla terra ferma. Con la bassa marea si scoprono quasi due km di fondo marino e nell’acqua bassa centinaia di donne e bambini vanno a raccogliere i molluschi.

Questa isola posizionata in un luogo incantevole è stata frequentata e abitata da secoli.
Sulle le sue strade sono passati i mercanti arabi, i gesuiti in cerca di indigeni da convertire, Vasco de Gama durante il suo viaggio di esplorazione. Porto naturale sicuro, era scalo per le navi negriere che strappavano gli africani dalla loro terra per farli diventare schiavi. In questi vicoli assolati hanno vissuto primi i coloni portoghesi dal 1500 fino al 1975, anno dell’espulsione. Un luogo denso di storia.

Prima dell’indipendenza passeggiare e vivere sull’isola doveva essere stupendo.
Oggi tutto è andato in rovina, gli splendidi palazzi sono stati saccheggiati o distrutti da 30 anni di abbandono. Le strade un tempo pavimentate sono di polvere, i marciapiedi con mosaici di sassi bianchi e neri sono dissestati.
I parchi e i giardini, irriconoscibili in un groviglio di rovi e sterpaglie secche.
Il numero di persone povere aumentate a dismisura. Da 4.000 abitanti è passata a 15.000 durante la guerra civile. Erano tutti i profughi che scappando dal “mato” il bosco dove c’era l’inferno, si rifugiavano in questo luogo mai toccato dalla guerra.

Ora ci sono due città, quella di pietra, antica coloniale e quella di paglia della gente che la abita per lo più pescatori.
Ma il fascino e la bellezza straordinaria dell’isola rimangono e tantissimi stranieri da diversi anni stanno comperando case e palazzi per ricostruirli o per restaurarli. Sud africani, francesi italiani.
I nuovi colonizzatori. I prezzi delle case (ruderi) stanno rapidamente salendo. Sorgono locali, ristoranti e negozi. Molti di loro sono operatori umanitari che lavorano per le ONG che investono qui i loro risparmi. Molto difficile per chi arriva avere informazioni sulle case disponibili. Tengono le informazioni riservate.

Probabilmente fra qualche hanno questa isola cambierà completamente faccia riacquistando lo splendore di un tempo, dando lavoro a molti locali come camerieri e cuochi, giardinieri e guardiani, pescatori e conduttori di barche per le meravigliose isolette vicine. Perderà però anche la sua semplicità e la sua quiete, la sua parte vera e il ritmo tranquillo della giornata africana.
Meglio o peggio?

Chocas - 17 sett 2008

La spiaggia di Chocas è raggiungibile solo in fuoristrada o via mare.
La sua punta estrema è di una bellezza sconvolgente.
Attualmente la proprietaria Lisa sta costruendo un lodge proprio nel punto più estremo.
Ora ci sono 8 aree per piccole tende senza nulla, ne acqua ne servizi.
Solo una splendida vista...

Nacala -19 sett 2008

Sulla costa a Nord di Ilha c'è l'immensa baia di Nacala. Importante porto naturale si sta rapidamente sviluppando e gli insediamenti turistici fioriscono.
Le balene visitano questo profondo canale e noi abbiamo avuto la fortuna di vedere i loro sbuffi in lontananza.
I "dhow" le piccole barche a vela locali si spostano per il pesce lungo le cristalline acque sempre in movimento per le correnti e le maree.
Le cercatrici di molluschi, anche qui approfittano delle lunghe basse maree per procurarsi la cena.
Facciamo un bagno fra di loro, fra le loro risate e scherzose parole a noi incomprensibili.
Centinaia di coloratissime stelle marine ci sono attorno.
Dobbiamo purtroppo abbandonare subito questo luogo meraviglioso.

Parrà strano ma in questo viaggio ci manca il godere del mare.
Qualche giorno fermi fra bagni e relax...

La strada è ancora lunghissima, in Kenya le piogge di novembre stanno arrivando e il Malawi ci attende.

Sulla Pista

Verso l’interno la terra rimane sempre arida. Compaiono formazioni rocciose che paiono disegnate da Mordillo.
Sarebbero il paradiso degli alpinisti che amano arrampicare su granito.
Le case povere o ricche hanno quasi tutte un portico esterno.





Ha ben piccole foglie…

Nei dintorni di Gurue, il clima piovoso e l’altitudine maggiore favoriscono la crescita del thè.

Molte fattorie dopo l’abbandono del 1975 sono cadute in rovina, ma alcune sono state rioccupate e si sono messe a riprodurre.

Bici

Bici bici, quante bici!
Pare che sia il mezzo principale per le famiglie. Ci caricano fino a 3 sacchi di farina con 4 polli. Oppure un cesto per compere dietro, la moglie che intanto allatta il bimbo sulla canna. Oppure 4 assi di legno lunghe 3 metri. Quasi tutte cinesi, le migliori indiane costano attorno ai 60-70 euro, lo stipendio medio mensile di un operaio.

Mercato

Ai mercati vicino al confine i prezzi sono già in Kwacha la moneta del Malawi. La conversione con il Metical è alquanto fantasiosa.
Si trovano merci povere, tutto per la bici e … questi quaderni rubati alle scuole del Malawi. Evidentemente qualche professore o preside ha trovato modo di arrotondare lo stipendio.
Si trovano anche dei pannelli solari ad un prezzo interessante.
Peccato che portino dietro la scritta: Ministero della salute del Sud Africa”. Probabilmente rubati in qualche ospedale.

Frelimo o Renano – Storia di sangue

E’ il 1960. Durante una manifestazione di protesta pacifica la polizia portoghese spara sulla folla uccidendo diverse persone.
Questo fatto segna l’inizio della lotta per l’indipendenza. Nasce nel 1962 il il movimento clandestino di Fronte di liberazione del Mozambico: FRELIMO. A fondarlo è un mozambicano del sud che aveva studiato all’estero e lavorato per l’ONU: Mondlane.
Agisce soprattutto al nord, aiutato dal governo della Tanzania, e nel 1964 inizia la lotta armata.
Solo nel 1975 gli scontri hanno esito positivo ed i portoghesi vengono scacciati dal paese.
Inizia il periodo marxista del paese dove apparentemente lo stato sembra funzionare bene. Ma era solo l’inerzia economica della gestione colonialista. In realtà, vista la completa inettitudine gestionale sia economica che politica, si andava verso il tracollo.

Il malcontento dilaga fra la gente e nasce, appoggiato dall’apparato militare del Sud Africano e dello Zimbabwe, il gruppo di destabilizzazione, RENAMO.
Esso inizia il suo operato con atti di terrorismo. Distrugge scuole, ospedali, ponti e strade. Massacra medici, intellettuali, insegnanti.
Lo scopo è di demolire la struttura dello stato. Siamo nel 1983. E’la guerra civile. Grazie a mediazioni di missionari italiani nel 1992 si firma a Roma la pace. Renamo si costituisce partito. Nel 1994 ci sono le prime elezioni libere nella storia del paese.
Vince la Frelimo. Renamo è all’opposizione.
Oggi la situazione è immutata. L’attuale presidente della Frelimo e dello Stato Guebuza, finirà il suo mandato nel 2009 e si andrà di nuovo alle urne. Ma in questi giorni una dichiarazione del leader della Renano, Alfonso Dhlakama ha lasciato tutti di stucco. Afferma che è pronto, se gli va, di tornare alle armi. Dhlakama è noto per essere un individuo gretto e di strette vedute, senza la capacità politica di confrontarsi e di costruire una sana opposizione. Nel suo partito, Daviz Mbepo Simango sindaco di Beira è invece amato dalla gente grazie al buon lavoro che sta facendo per i cittadini e per la città. E’ fortemente ostacolato dai quadri del suo stesso partito per il timore che diventi troppo potente. Ha deciso di presentarsi come indipendente alle elezioni.
Il 2009 è vicino. Stiamo a vedere, dall’Italia, che succede.

Impressioni del paese.

Indubbiamente povero, con una terra magra e asciutta, composta in prevalenza di sabbia, è una nazione che regala poco ai suoi abitanti. Risorse nel sottosuolo quasi non ce ne sono a parte il gas che viene portato in Sud Africa per essere messo in bombole e rivenduto alla gente.
Ha l’enorme valore di una costa meravigliosa con spiagge bianche e barriere coralline. Pesci tropicali e balene, per l’emozione di sub e turisti. Sulla costa si sta investendo moltissimo. Sono soprattutto capitali provenienti dai bianchi del Sud Africa e da quelli scacciati dallo Zimbabwe.
E’ un paese caro, ad esempio la benzina va da 1,20 a 1,80 euro al litro in relazione alla distanza dalla costa. Più è distante dal porto più costa.
Le strade principali sono in buone condizioni fino al centro del paese. Peggiori al nord che lo Stato, pur essendo territorio tradizionalmente Frelimo, tende a non sviluppare.
La polizia nei confronti dei turisti è estremamente gentile. Non ci sono posti di blocco operanti. Siamo stati fermati all’ingresso delle città solo 3 volte e quasi non hanno controllato i documenti augurandoci buona vacanza e buon soggiorno. Dispongono però di radar e elevano multe per eccesso di velocità come in Europa.
La popolazione è estremamente gentile. Anche i venditori per nulla insistenti non assillano i turisti.

Cartelli, birre e curiosita'