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The Diary
Tunisia

TUNISIA

Rapidamente entriamo in Tunisia. Qui non serve il Carnet. L’auto la scrivono sul passaporto del proprietario e all’uscita dal paese la cancellano. Auto, immigrazione e dogana e via! Guidiamo verso l’isola di Djerba. Famosa meta turistica raggiungibile grazie ad un ponte costruito dai romani che la collega alla terra ferma.

Djerba – 31 gen 2009

Nel passaggio in questo paese cercheremo di visitare i luoghi meno noti alle normali rotte turistiche. Sull’ isola andiamo a vedere il forte di Ghazi Mustafà costruito da i Turchi nel 1200 durante la dominazione dell’impero ottomano. Gli spagnoli nel 1560 tentarono di conquistarlo e di invadere l’isola ma i turchi li sconfissero, tagliarono loro le teste e le impilarono fuori le mura del castello. Tanti erano i nemici trucidati che ne fecero una piramide larga 30 metri che rimase a monito, come monumento alla vittoria per 300 anni.

Le case troglodite di Mattata - 1 feb 2009

Nella strada verso le oasi ci fermiamo a Mattata. Qui i berberi per difendersi dal caldo hanno scavato sotto terra le loro case. In una di esse hanno girato alcune scene del film Guerre Stellari.

L’oasi di Ksar Ghilane

L’oasi più a sud e più famosa. Proprio come uno se la immagina.
Immersa in un mare di sabbia. Ha una pozza di acqua calda dove è piacevole fare il bagno. Poco lontano ci sono i resti di un fortino costruito dai romani e utilizzato nei secoli da altri eserciti compresa la legione straniera.
Per fosse l’avamposto più a sud, la frontiera verso il deserto dell’impero romano.
Accendiamo all’interno un bel fuoco e ci passiamo la notte.

Fuori Pista

Grazie ad alcuni punti GPS percorriamo una pista di 120 km fra le sabbie sulla quale si svolgerà il prossimo mese una gara di corsa a piedi, la 100km del Sahara.
Eravamo curiosi di vedere il percorso. Quanta sabbia!!!
Noi abbiamo anche "imbroccato" una giornata di vento che cancella le tracce dopo 2 minuti dal passaggio.
Un interessante prova di orientamento.

Hedi di Douz - 2 feb 2009

A Douz andiamo a trovare l’amico Hedi. Una guida esperta di deserto che ci racconta affascinanti storie sul suo bisnonno esploratore africano.

Chott - 3 feb 2009

Ancora verso nord.
Ancora verso l’Algeria.
La strada attraversa l’immensa distesa di sale del Chott El Jerid. Come un immenso mare di sale, là dove milioni di anni fa c’era un mare vero.
E’ il luogo ideale per i miraggi. C’è una sola strada sicura che lo attraversa. E’ una sorpresa vederlo così allagato.
Chiediamo, una volta in città, ai locali se è normale che in gennaio sia così pieno di acqua. Ci rispondono sorridendo che è un miraggio, che non è possibile che nel deserto ci sia tanta acqua.
Bhe, i miraggi qui in Tunisia li sanno fare piuttosto bene!

Tozeur - 4 feb 2009

La grande famosa oasi, cantata in diverse canzoni, sognata dai viaggiatori dell’ottocento.
Celebre per i suoi datteri straordinari Deglet Nour “le dita di venere” e per le costruzioni in mattoni di fango cotti al sole. Molto bella la medina completamente abitata ed autentica, senza negozi per turisti.

Cinema e deserto

A 20km da qui c’è l’Algeria. La gente di qui non ama i vicini confinanti. Li ritiene pericolosi e malfidati. Ultimamente ci sono stati diversi sequestri di turisti da parte di bande algerine , alcune pare di militari sbandati, e la polizia Tunisia è molto all’erta e non fa avvicinare troppo al confine su strade poco frequentate.
Nelle dune, a 35 km da Tozeur e a 20 km da Nefta ci sono ancora montati due set cinematografici visitabili con un 4x4. “Il paziente inglese” e Guerre stellari che ha visto in questa regione girare molti ciak.

Nefta - 5 feb 2009

E’ l’oasi più occidentale della Tunisia, grande produttrice di datteri e punto privilegiato per visitare il grande mare di sale del Chott. Quando è asciutto è piacevole scorrazzarci sopra in auto ma, con l’umidità diventa una trappola micidiale. Gruppi di esperti fuoristradisti hanno lasciato le loro vetture nella trappola salata. Si asciuga una crosta superficiale che nasconde l’acqua sottostante. Se si sbaglia traiettoria e si sfonda, non c’e’ nulla da fare. Facciamo un giro con cautela e attenzione alla fine della giornata quando si presuppone l’umidità sul terreno sia minima.

Chebica

Finisce il deserto e iniziano le montagne. Brullo, roccioso, assolato. Quello che un tempo era il fondo del mare ora è roccia spoglia ricca di minerali e fossili di conchiglie. Dalla roccia, come nelle fiabe, sgorga l’acqua e nasce l’oasi di montagna di Chebica.

Tamerza, la cascate nel deserto.

Un’altra stranezza è una cascata in pieno deserto roccioso. La chiamano “La Grand Cascade” e un turista insensibile può rimanere deluso ma occorre ricordare dove siamo e si capisce immediatamente il valore e lo stupore di questa cascata per i popoli locali.

Mides

Siamo a pochi metri dal confine algerino. L’acqua nei secoli ha scavato un piccolo canyon e continua a scorrervi continuando il suo lavoro. Le spoglie di un vecchio villaggio di fango abbandonato fanno ancora da cornice suggestiva.

Campagna

Finisce il deserto e il paesaggio si fa simile a quello toscano. Campagna e coltivazioni su colline in cui crescono olivi e cipressi. Inizia la parte fertile e ricca della Tunisia. Molti pastori e pecore. Una la investiamo pure noi.

Sbeitla

Rovine di una città romana con un bell’arco di trionfo e il campidoglio in tre costruzioni vicine che fanno da sponda al forum. Diverse ville e una chiesa bizantina costruita sui resti di un tempio più antico.

El Kef – feb 2009

Non è molto frequentato dai turisti. La vita che si vede è ancora “genuina”. Nei molti bar, frequentatissimi a tutte le ore, è proibito l’ingresso alle donne. La fortezza del uuuuu domina il paesino che si snoda ai suoi piedi in vicoli stretti che ricordano quelli delle isole siciliane.

Dougga - 6 feb 2009

Su una collina circondata da ulivi, è ancora grande la suggestione di questa vasta città romana costruita su un precedente villaggio punico del II secolo a. c. . Peccato sia lontano dalle normali rotte turistiche perché merita davvero una visita. Ancora imponenti il Teatro, il Forum Romano, le numerosissime terme coi cunicoli sotterranei dove gli schiavi alimentavano il fuoco per scaldare l’acqua e produrre vapore. Bella la piazza del mercato con la vicina rosa dei venti romana incisa sul selciato in pietra. Numerose ville, alcune maestose e tantissime canalizzazioni e cisterne per la raccolta della pioggia.

Bulla Regia – 6 feb 2009

Città fondata 400 anni prima di Cristo , nel 46 AC in seguito alle guerre puniche, diventa romana.
L’Imperatore Adriano vi abita dal 117 al 138 DC. La caratteristica unica risiede nelle case e nelle ville ricavate sotto terra. Ville con mosaici e colonne, edificate nel sottosuolo.

Hammamed – 7 febb 2009

Di nuovo sulla costa, sulle grandi rotte turistiche. Ad Hammamed andiamo a vedere la medina, schivando orde di asfissianti venditori. Facciamo un salto anche a Nabeul il paese delle ceramiche, per scoprire che il turismo lo ha reso un insopportabile città-mercato dove i prezzi sono europei e non c’e’ più nulla di autentico.

Sidi Bou Said - 8 febb 2009

E’ a Tunisi che ci imbarcheremo questa sera con destinazione Genova. Poco lontano c’è il caratteristico paesino di Sidi Bou Said. In esso il locale con terrazzo più famoso della Tunisia. Si prende il the alla menta e si fuma la schisha o narghilè.
Seduti in questo caffè con amici avventurosi cominciai a parlare del mio sogno di viaggio, oltre tre anni fa. Fare il giro dell’Africa in auto. Oggi nello stesso luogo sediamo dopo aver lo compiuto. Non ci sembra vero. E non ci sembra vero che dopo 15 mesi questo è l’ultimo giorno in Africa.

Impressioni del paese

La piccola Tunisia è il più “facile” dei paesi africani.
Ben collegata all’Italia con aerei e navi, con ottime strade e luoghi sicuri. Il turismo è una enorme risorsa e ci sono diversi modi di visitarla per diversi interessi. La democrazia è di tipo africano, cioè unico candidato, unico presidente da anni. Una “dittatura presidenziale” come ci piace ironicamente chiamare le democrazie africane. Ma qui, come sostengono ad un bar e ad un ristorante alcuni amici locali, è meglio così. Le cose con gli arabi, ci dicono, è meglio che siano gestite così. Noi ascoltiamo un poco stupiti. Così le cose funzionano, ribadiscono. Ed in effetti questo è il paese da noi visitato dove la gente sta meglio, ci sono scuole, università, ospedali, lavoro e pace sociale. La polizia con i turisti ha l’ordine presidenziale di non procurare fastidi e all’apparenza tutto è perfetto.